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Amnesty International difende il rapporto “Hotspot Italia”

L’organizzazione umanitaria risponde alle critiche rivoltele anche da alcuni esponenti delle istituzioni

Amnesty International risponde alle critiche che alcuni esponenti delle istituzioni le hanno rivolto per la pubblicazione del rapporto “Hotspot Italia”.

L’organizzazione umanitaria, in un comunicato stampa, dichiara che: “Il rapporto in questione è, al contrario, un lavoro di ricerca molto serio, frutto di centinaia di ore di colloqui con rifugiati e migranti, autorità e operatori di organizzazioni non governative svoltisi in dieci diverse città italiane”.

Nel rapporto “Hotspot Italia: come le politiche dell’Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti” Amnesty denuncia in maniera dettagliata e con innumerevoli testimonianze il cosiddetto “approccio hotspot”, promosso dall’Unione europea per identificare migranti al momento dell’arrivo. Un “approccio” che compromette il loro diritto a chiedere asilo e alimenta agghiaccianti episodi di violenza, pestaggi, scariche elettriche e umiliazioni sessuali. Tutto questo mentre l’Unione Europea sta fallendo totalmente sul fronte delle politiche dei ricollocamenti: su oltre 150.000 persone arrivate via mare nel 2016, soltanto 1.200 sono state ricollocate dall’Italia, rispetto alle 40.000 promesse. Il rapporto, basato su oltre 170 interviste a rifugiati e migranti, rivela gravi lacune in ognuna delle fasi, dall’identificazione alla valutazione sul bisogno di protezione, all’avvio della procedura d’asilo o di ritorno nei paesi d’origine, nonostante gli hotspot siano stati pensati per intervenire in favore degli stati di frontiera, per facilitare la ricollocazione dei richiedenti asilo negli altri stati della Ue.

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