Comunicato stampa
Concluso il progetto “Perla. Pratiche per l’antifragilità”.
Nuove pratiche contro la povertà economica,
abitativa, educativa e digitale
Raggiunte quasi 1.300 persone in condizione di bisogno.
Oltre 600 operatori sociali e volontari e 250 organizzazioni del terzo settore
hanno partecipato alle attività di scambio di pratiche, intervento, costruzione di network.
Circa 100 organizzazioni – del terzo settore, pubbliche e private –
sono state coinvolte direttamente negli interventi territoriali
9 dicembre 2025
Si sono concluse le attività del progetto “Perla. Pratiche per l’antifragilità”, un’iniziativa che ha visto il CNCA rete come capofila e altri 18 soggetti del terzo settore – organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni – come partner. Il progetto ha provato ad affrontare il problema della povertà e delle disuguaglianze agendo nel contrasto alle condizioni di fragilità e di svantaggio socio-economico delle persone. L’idea progettuale è stata quella di agire per mobilitare le risorse potenziali e non visibili di individui e sistemi sociali, che si rivelano soprattutto in condizioni di stress e che possono essere tradotte in modelli di intervento secondo il concetto di “antifragilità” (N. N. Taleb).
I beneficiari diretti del progetto, coordinato da Hassan Bassi, sono state le persone in difficoltà, ma anche le organizzazioni e i servizi che si occupano di interventi sociali. Nel corso delle attività sono state raggiunte da interventi quasi 1.300 persone in condizione di bisogno. Le attività di scambio di pratiche, intervento, costruzione di network hanno visto la partecipazione di oltre 600 operatori sociali e volontari e 250 organizzazioni del terzo settore mentre circa 100 organizzazioni – del terzo settore, pubbliche e private – sono state coinvolte direttamente negli interventi territoriali, alcune per la prima volta. Numeri che superano quanto previsto ad avvio di progetto.
Le aree di intervento sono state quelle relative alla povertà economica, abitativa, digitale ed educativa, agendo sulle connessioni che queste forme di povertà hanno fra di loro. Uno degli obiettivi di progetto era, infatti, quello di promuovere interventi innovativi e trasversali che potessero rappresentare delle buone pratiche da diffondere nei diversi territori. Pratiche che sono state individuate e definite nel confronto fra le organizzazioni partner di progetto, facendo tesoro anche di esperienze nazionali e internazionali. Dal punto di vista operativo, la gestione del progetto si è avvalsa del contributo di quattro esperti, uno per ogni area, che hanno facilitato le diverse fasi di esecuzione. Il loro supporto ha permesso l’emersione dei bisogni di approfondimento tematico condivisi dai partner, l’individuazione delle migliori pratiche, la declinazione delle stesse sui territori coinvolti e, infine, la valorizzazione dei risultati. Molta attenzione è stata posta anche sulla creazione di reti territoriali finalizzate alla collaborazione negli interventi a favore dei beneficiari diretti, e sulla costruzione e consolidamento di un network nazionale contro le disuguaglianze, valorizzando e integrando contenuti delle preesistenti reti del terzo settore.
Durante il progetto sono emerse molte indicazioni per migliorare l’efficacia degli interventi. Tra queste, segnaliamo in particolare:
- valorizzare sempre un approccio integrato, multidimensionale e multidisciplinare è determinante non solo per il successo dell’intervento sociale (e socio-sanitario), ma anche per la sostenibilità futura dei progetti;
- l’efficacia della trasversalità degli interventi, sia andando a considerare tutti gli aspetti di bisogno delle persone, sia nel mettere in rete diversi attori, il che passa anche attraverso una “contaminazione fra enti e spazi”;
- riuscire a intervenire nei contesti territoriali con coinvolgimento intergenerazionale e valorizzando le forme organizzate comunitarie anche informali;
- integrare differenti istanze e storie e accogliere punti di vista diversi, nonché valorizzare i talenti e metterli a disposizione della cittadinanza tutta, con azioni diffuse a vantaggio anche del territorio;
- creare luoghi accoglienti soprattutto per l’engagement dei giovani;
- offrire flessibilità negli orari di apertura e nell’ubicazione dei servizi in base alle esigenze dell’utenza;
- garantire mediazione linguistico-culturale negli interventi con beneficiari con background migratorio;
- dare spazio all’evoluzione delle persone, permettendo che diventino agenti attivi capaci di elaborare e costruire, in maniera singola o collettiva, proposte, soluzioni, attività per sé e con gli altri.
Sono emerse, invece, alcune criticità in relazione alla sostenibilità economica degli interventi individualizzati: gli accompagnamenti uno-a-uno richiedono, infatti, un forte investimento di tempo e personale, rendendo complessa l’estensione del servizio. E anche sugli interventi sulla povertà abitativa in relazione alle condizioni oggettive di continua riduzione dell’offerta di abitazioni a costi accessibili sia per singoli che per interventi sociali.
“Su ognuna delle quattro dimensioni della povertà su cui il progetto ha deciso di intervenire”, dichiara Caterina Pozzi, presidente del CNCA, “sono stati promossi degli approfondimenti specifici, creando delle comunità di pratiche in cui chi partecipa racconta ciò che fa sul proprio territorio. Questo ha fatto emergere gli elementi più innovativi delle esperienze attivate dai nostri soci. Un lavoro che già avevamo portato avanti con il progetto “IEA! Inclusione, emancipazione, agency per combattere le disuguaglianze” – che puntava sui concetti di empowerment e agency, dunque sempre sul riconoscimento delle risorse che persone e sistemi possono mettere in campo – e che intendiamo portare avanti in futuro con nuove iniziative di riflessione, condivisione e sperimentazione per i nostri associati.”
Il progetto “Perla. Pratiche per l’antifragilità” è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, annualità 2023, Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n.117/2017.

