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E’ arrivato il tempo del Settore Plurale

Il CNCA lancia una sua proposta sulla riforma del terzo settore

COMUNICATO STAMPA

E’ arrivato il tempo del Settore Plurale
Il CNCA, nell’assemblea che si è tenuta ieri e oggi a Rimini,
si è interrogato sulla riforma del terzo settore.
E lancia una sua proposta, chiedendo anche modifiche al testo

Roma, 29 ottobre 2016

Un Settore Plurale piuttosto che un Terzo Settore. Riflettendo ieri e oggi, nella sua Assemblea nazionale a Rimini, sulla riforma del terzo settore voluta dal governo il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) lancia una sua proposta, chiedendo anche precise modifiche al testo. Se il Terzo Settore continua a essere visto come un ambito residuale rispetto a stato e mercato, è necessario evidenziare “la vocazione ‘comune’ di queste organizzazioni e la loro missione tesa alla generazione di valore condiviso per le comunità.” Un Settore Plurale, dunque, “che non si confini in angoli e nicchie libere dall’attuale modello finanziario insostenibile e infelice. La sfida delle organizzazioni plurali è quella di assumere la leadership dei nuovi processi di sviluppo per la generazione di impatti sociali e ambientali positivi, con al centro i bisogni e i desideri delle comunità territoriali.”

Per questo, sottolinea il CNCA, “l’impatto sociale è elemento costitutivo attorno al quale costruire la definizione di impresa sociale, non solo un elemento su cui esercitare funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo.” La Federazione ritiene che l’individuazione di tale “elemento costitutivo” renda inutile e dannosa la definizione dei settori di attività attraverso cui catalogare le organizzazioni di quest’ambito: “al centro non ci sono i settori bensì i processi”, perché le organizzazioni del Settore Plurale sono rivolte, spesso congiuntamente, ai diversi “ambiti fondamentali dell’esistenza: abitare, nutrirsi, curarsi, muoversi, istruirsi, relazionarsi” e così via.

Inoltre, il CNCA ritiene che scrivere una norma per poi dotarsi esclusivamente di strumenti di controllo non sia affatto utile. A tal proposito la Federazione propone un processo di cooperazione e accompagnamento promosso in primis dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che dovrebbe avviare “una mappatura delle esperienze più significative di misurazione e valutazione dell’impatto sociale, coinvolgendo attivamente le organizzazioni che hanno sperimentato soluzioni innovative”, pubblicando in una piattaforma accessibile da parte di tutti i cittadini non solo le linee guida in materia di bilancio sociale ma anche i risultati di tale mappatura. Gli strumenti per condurre la valutazione dovrebbero essere incorporati all’interno di questa piattaforma. Il grande obiettivo sarebbe quello di “avere una mappa in tempo reale degli impatti generati rispetto ai bisogni sociali in ogni area del Paese, giungendo dunque ad una misura puntuale di un indicatore di benessere (come il BES) che possa integrare e migliorare il Pil.”

Oltre a questa proposta, il CNCA avanza poi seri dubbi sulla positività dell’istituzione della Fondazione Italia Sociale, prevista nella riforma del terzo settore. In un tempo in cui si fatica a trovare risorse per i fondi sociali, sorprende che si finanzi un organismo che dovrebbe sostenere progetti sociali al di fuori del sistema di intervento, rischiando anche sovrapposizioni con l’ordinario intervento pubblico o favorendo quella situazione a macchia di leopardo che già caratterizza il nostro paese. Ad avviso del CNCA, bisogna investire piuttosto nel rilancio della legge 328 e dei meccanismi di co-progettazione territoriale che essa prevede. Preoccupa, poi, una riforma del codice degli appalti che rischia di omologare la fornitura dei servizi sociali agli acquisti dei beni di consumo.

“E’ stata un’assemblea che ha permesso al CNCA di confrontarsi con i cambiamenti in atto nella società e nel terzo settore ma anche con quello che oggi siamo e facciamo”, dichiara don Armando Zappolini, presidente nazionale del CNCA. “I volti nuovi della povertà e dell’esclusione, la debolezza della politica – in cui non troviamo quasi mai interlocutori – e i tanti altri fenomeni inediti con cui dobbiamo fare i conti chiamano a ripensare anche la nostra Federazione. Abbiamo aperto qui un percorso di rilettura del CNCA che durerà oltre un anno, trovando la sua conclusione con l’assemblea nazionale di Firenze del dicembre 2017. Trasformazione e contaminazione sono le parole d’ordine che guideranno questo processo.”

Nel corso dell’assemblea sono stati eletti anche i nuovi presidenti di CNCA Piemonte e CNCA Abruzzo-Molise, che sono rispettivamente Egidio Costanza ed Ermanno Bonaventura.

Scarica: 
il documento “Trasversalità e contaminazioni. So-stare nel cambiamento? CNCA verso dove?” elaborato da Marco Vincenzi

le slide o i testi di:
Carlo De Angelis
Flaviano Zandonai
Gianni Zulian
Matteo Iori
Vincenzo Martinelli
e quelle generali messe a punto per presentare l’attività del CNCA nei diversi settori in cui è presente

CNCA

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