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L’esperienza della Comunità San Benedetto al Porto a Genova e Alessandria: inserimenti lavorativi in attività di economia solidale e circolare

Come risulta da diversi dati e ricerche, in Italia la disoccupazione tende a concentrarsi sulle persone che si trovano per diversi motivi in situazioni di marginalità ed esclusione e hanno difficoltà ad entrare (o rientrare), senza assistenza, nel mercato del lavoro.

In alcuni casi lo svantaggio è riconosciuto e certificato: ad esempio, persone con disabilità fisiche o psichiche, persone con dipendenze, persone detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione. Un’altra quota rilevante degli svantaggiati è costituita invece da soggetti che, pur non rientrando in categorie definite e facilmente censibili, subiscono processi di indebolimento e marginalizzazione che comportano l’esclusione dal mondo del lavoro: disoccupati di lungo periodo, immigrati all’inizio del proprio percorso migratorio, adulti soli con figli a carico, lavoratori over 40 espulsi dal mercato del lavoro.

Le misure di sostegno previste dal sistema delle politiche attive del lavoro sono un valido aiuto, ma non tengono conto di determinate fragilità (quelle appunto non certificate), e hanno una durata limitata nel tempo, mentre per alcuni beneficiari i tempi necessari ad acquisire le competenze per l’autonomia possono essere lunghi.

Integrando l’obiettivo dell’inserimento attivo nella società per tutti con l’impegno comune nella salvaguardia dell’ambiente, le azioni finalizzate all’inclusione socio-lavorativa in ambiti eco-sostenibili sono una possibile risposta che unisce solidarietà sociale e sostenibilità.

L’Associazione Comunità San Benedetto al Porto e la Cooperativa Il Pane e le Rose sono nate con lo scopo di accogliere persone fragili e sostenerle attraverso percorsi di inserimento e reinserimento socio-lavorativo. Realizzano da diversi anni iniziative di economia circolare, tra cui il progetto RICIBO a Genova, diventato progetto di riferimento e di eccellenza nazionale per la lotta allo spreco alimentare, il progetto Recuperando ad Alessandria, volto al recupero di beni di prima necessità a scopo di solidarietà sociale, il bar-bistrò vegano Ortozero, due Eco Store a Genova e a Alessandria.

L’attivazione di laboratori, tirocini e PASS (percorsi di attivazione sociale sostenibile) per persone svantaggiate all’interno della attività sopra descritte permette ai beneficiari di migliorare le proprie conoscenze e competenze in ambito lavorativo, aumentare l’autostima e l’empowerment e, quindi, facilitarne l’inserimento/reinserimento sociale.

Viene perseguito, inoltre, lo scopo di salvaguardia dell’ambiente attraverso la lotta allo spreco, la promozione di politiche sostenibili del cibo, l’economia circolare.

Scopo dell’attività realizzata nell’ambito del progetto Perla. Pratiche per l’antifragilità è facilitare l’inserimento/reinserimento lavorativo di persone svantaggiate e fragili, seguite dai servizi sociali territoriali o dai SerD, con particolare attenzione a persone in uscita dalle comunità residenziali per dipendenze patologiche e a persone ex detenute.

Le sedi dei progetti sopra citati, a Genova e a Alessandria, con le attività che ospitano, tutte legate all’economia circolare, alla filiera corta e alle attività di lotta allo spreco e sostegno alle fasce deboli sono particolarmente indicate a ospitare tirocini per persone svantaggiate, che possono trovare un ambiente accogliente e operatori disponibili ad aiutarle nel loro percorso di crescita umana e professionale.

Nel territorio genovese particolare rilievo viene dato all’attività di agricoltura sociale. La Liguria è un territorio in progressivo abbandono nelle aree interne e rurali. La progressiva riduzione della SAU (Superficie agricola utilizzata) contribuisce allo stato di fragilità del territorio. Per converso i prodotti locali presentano una elevatissima qualità e il mercato del prodotto socialmente responsabile, sostenibile, biologico, del chilometro zero, presenta una domanda superiore all’offerta.

L’Associazione Comunità San Benedetto al Porto ha avviato azioni di inclusione sociale volte alla formazione e all’inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate (migranti, persone con dipendenze e disagio psichico, persone con vari tipi di svantaggio anche non certificati) all’interno delle filiere agricole di qualità: dalla preparazione del terreno agricolo alla sua manutenzione, dalla costruzione dei muretti a secco alla trasformazione del prodotto agricolo, fino alle più innovative tecnologie per la digitalizzazione dell’agricoltura. Tutte ambiti che offrono ampi spazi di sviluppo e occupabilità in un ambito “naturalmente” in grado di creare benessere per le persone più fragili.

Attraverso le economie generate con queste attività si consentirà la stabilizzazione lavorativa delle persone coinvolte.

Paola Vigna, Comunità San Benedetto al Porto

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