Il progetto “Perla. Pratiche per l’antifragilità”, finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, intende affrontare il problema della povertà e delle disuguaglianze nel Paese agendo nel contrasto alle condizioni di fragilità e di svantaggio delle persone al fine di intervenire sui fenomeni di marginalità e di esclusione sociale. L’idea progettuale è quella di agire per mobilitare le risorse potenziali e non visibili di individui e sistemi sociali, che si rivelano soprattutto in condizioni di stress e che possono essere tradotte in modelli di intervento organici e coerenti secondo il concetto di “antifragilità” (N. N. Taleb).
Il progetto intende intervenire su diversi ambiti: povertà educativa (con destinatari in particolare i cosiddetti neet, minori e nuclei familiari in condizione fragilità, famiglie con figli in condizione di fragilità/vulnerabilità); povertà abitativa, per favorire l’accesso alla casa a fasce di popolazione fragili e vulnerabili (ivi incluse le famiglie con figli, oltre che singole categorie di fragili e vulnerabili o stigmatizzati – popolazione LGBTQ, neo maggiorenni in uscita da percorsi di accoglienza, anche stranieri); povertà economica e sociale (in particolare promuovendo percorsi di inserimento socio lavorativo); povertà digitale, per favorire e accompagnare all’uso del digitale gruppi vulnerabili.
L’intervento su questi quattro ambiti è promosso dai 17 enti del terzo settore partner di progetto e coordinato dal CNCA rete, in collaborazione con il CNCA odv, come capofila. Nello sviluppo delle attività è obiettivo del progetto sia una ricognizione delle buone pratiche presenti nella rete del CNCA al livello nazionale, che la promozione di confronto fra enti del terzo settore sia italiani che esteri che operano nell’ambito dell’“antifragilità”. Per questo sono state messe in campo azioni di mappatura e ricerca ed è stato avviato un confronto con realtà del terzo settore italiane e altre che operano nel campo sociale in Bosnia ed Erzegovina. Queste attività sono finalizzate alla costituzione di un network di enti del terzo settore dedicato all’osservazione degli attuali meccanismi (spesso impliciti) che stanno avviando molte persone alla condizione di indigenza, anche al fine di avere uno sguardo internazionale e aumentare la base conoscitiva per sviluppare interventi di contrasto alla povertà. La visita dei referenti della rete in Bosnia ed Erzegovina ha permesso un confronto con le modalità di intervento nel campo della povertà educativa, economica e abitativa svolte da organizzazioni che operano in un Paese nel quale il processo di fragilizzazione e de-umanizzazione delle persone più vulnerabili ha assunto aspetti drammatici a causa della guerra, e i cui effetti sono ancora visibili nel tessuto sociale.
Il processo di confronto e avvio di pratiche innovative nei quattro ambiti di progetto è stato caratterizzato da numerosi momenti di confronto preliminare che hanno impegnato tutti i partner di progetto. Non solo occasioni di scambio di pratiche, ma anche spazi per immaginare nuove opportunità di azione trasversali a più ambiti. In particolare, l’innovazione digitale e le opportunità che offre sono state riconosciute come preziose per innovare pratiche di inserimento lavorativo e di gestione nell’ambito educativo. Inoltre, sono stati condivisi momenti di auto formazione sui temi abitativi, di inserimento lavorativo, uso del digitale e di strumenti innovativi nel campo educativo. Di questi preziosi contributi sono disponibili le registrazioni sul canale YouTube del CNCA.
Questi contributi sono risorse utili anche per la prospettiva più ampia delle collaborazioni fra enti del terzo settore per contrastare le povertà a livello nazionale. Gli argomenti legati alla povertà abitativa, ad esempio, sono stati condivisi con la rete del Social Forum dell’Abitare, mentre sul tema dell’inserimento lavorativo delle persone “svantaggiate” saranno di supporto alla ri-costituzione di un gruppo di lavoro nazionale. In questa fase sono in avvio gli interventi territoriali a favore delle persone in difficoltà e sono stati definiti gli indicatori per la valutazione di impatto sociale del progetto, che permetteranno non solo un monitoraggio delle attività, ma anche la redazione di un report di impatto finale. Tutte le attività, come detto, sono coordinate dal CNCA rete in collaborazione con il CNCA odv. A supporto dei gruppi di lavoro tematici sono stati incaricati quattro esperti: Mattia De Bei (povertà digitale), Jenny De Salvo (povertà abitativa), Domenico Di Palma (povertà educativa) e Massimo Ippoliti (povertà economica).
Hassan Bassi
CNCA