Un segno estetico, una firma, un gesto di bellezza che si inserisce nel quartiere. Un centro di gravità intorno al quale possa svilupparsi relazione, interazione, energia.
È questa l’idea che ci ha spinto a sperimentare un nuovo connubio tra educazione e arte.
Hub Giovani non è un laboratorio qualsiasi: in questo spazio ragazzi e ragazze decidono come esprimersi e come raccontarsi; l’unica parola d’ordine è la creatività!
Gli adolescenti che arrivano hanno spesso un trascorso difficile, qui trovano un luogo aperto e accogliente dove sono liberi di scegliere che attività intraprendere.
Non c’è nulla di standardizzato, ogni progetto è cucito sulla misura dei loro desideri e delle loro esigenze. Scelgono loro cosa raccontare di sé e come condividere un pezzo della loro vita. A volte lavorano il legno o modellano l’argilla, altre scrivono canzoni, realizzano un video o creano un quadro. Sebastian, ad esempio, racconta in un video la sua passione per la musica; Nicole, invece, ha deciso di creare oggetti artistici per ricucire il legame con i propri genitori: alla mamma ha regalato un portachiavi che ha la forma della casa. Simone ha realizzato un quadro per la sua ragazza e Monica braccialetti a forma di puzzle per rimanere connessa alle sue amiche. Grazie anche allo sguardo accogliente degli educatori, qui i ragazzi sono liberi di far uscire una parte di sé che avevano messo a tacere, e di far parlare sentimenti ed emozioni.
Ma le produzioni artistiche possono fare molto di più, perché sono una calamita emozionale per raccontare in modo tangibile i territori che abitiamo e le loro possibili trasformazioni.
In una scuola, ad esempio i ragazzi hanno aderito con entusiasmo alla proposta di “disegnare” la propria aula; un percorso partecipativo di studio e sperimentazione per rendere lo spazio fisico stimolante e accogliente. In un quartiere della città un gruppo di ragazzi ha capito che per attivare altri adolescenti bisogna inseguire le passioni. Così è nato Viaggio nel tempo: un laboratorio che ricerchi insieme ai giovani il passato attuale della fotografia, per raccontare come il quartiere sia cambiato e di come, nonostante questo, abbia saputo restare attuale.
Intrecciare arte ed educazione permette di moltiplicare il potenziale trasformativo dei nostri progetti. Così, chi si recherà al Tribunale per i minorenni di Brescia, vedrà alle pareti bordeaux dei corridoi e delle aule 16 manifesti colorati. Ogni manifesto riporta la frase di una ragazza o di un ragazzo, frutto di un percorso molto personale vissuto con gli educatori nell’ambito del procedimento penale. I manifesti sono un progetto artistico in collaborazione con il nostro collettivo di comunicatori – French Fries – che rende il giusto impatto visivo a un percorso paziente e appassionato. Un lavoro di confronto, sintesi ed elaborazione per rendere più belli, più accoglienti e delicati, luoghi che spesso trasudano rabbia e tristezza.
Perché ogni ragazzo ha il diritto di riprendere il filo della propria vita con dignità e bellezza.
Massimo Ruggeri, Il Calabrone