La seconda newsletter del progetto
COMUNICATO STAMPA
Semi di Cambiamento:
raccontiamo le Buone Pratiche in Agricoltura Sociale: un esempio di coesione e relazione con il territorio
A pochi mesi dalla chiusura del progetto Semi di Cambiamento, con il quale abbiamo messo al centro il tema dell’Agricoltura Sociale, lanciamo la nostra seconda Newsletter che è tutta incentrata sulle esperienze che i gruppi appartenenti al nostro coordinamento stanno portando avanti in questo campo. Si tratta di casi assai differenti su tutto il territorio italiano, che i gruppi che gravitano intorno al Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza stanno collaudando come momento di accompagnamento alla mission principale dell’organizzazione. Queste esperienze, spesso nate come attività a latere, si stanno trasformando in delle vere e proprie aziende agricole che generano benessere, reddito e posti di lavoro e che si rivolgono al mercato. Le abbiamo definite BUONE PRATICHE perché, a partire dalla maturazione di un consapevolezza del proprio agire, i nostri gruppi stanno sperimentando nuovi modi di produzione e di cura.
Tra le esperienze analizzate è emersa, per quasi tutte le realtà prese in considerazione, una ricerca di prodotti autoctoni e del territorio, come è il caso di Terra Viva di Chioggia che ha messo al centro della sua produzione il carciofo violetto, operando anche una ricerca delle sementi più antiche, o del vino Frascati senza solfiti prodotto da Agricoltura Capodarco. Altro elemento importante è la capacità di queste nascenti esperienze di Agricoltura di mettersi in relazione con quanto già esistente, nello stesso settore e nella stessa area, determinando sinergie importanti e mostrando la possibilità creare nuove reti che beneficino chi è coinvolto così come l’intero territorio. La costruzione di sistemi di commercializzazione alternativi come i GAS Gruppi di Acquisto Solidale, Punti vendita direttamente collocati all’interno delle aziende e la partecipazione ai Mercati della Terra mostra la vivacità di queste realtà che sono in grado non solo di produrre ma mostrano una versatilità di competenze e saperi.
L’Agricoltura biologica, il recupero e l’uso di tecniche di coltivazione antiche, l’attenzione alla sostenibilità delle produzioni sono un altro dei tratti che contraddistinguono queste esperienze e dominano il panorama delle aziende che praticano l’Agricoltura Sociale. Così come è da rilevare la capacità di avere un impatto estremamente positivo sulle realtà di criticità sociale nelle quali si insediamo, sia in campo educativo con l’offerta di Fattorie Sociali e Orti didattici, che nelle comunità riabilitative.
L’Agricoltura Sociale si mostra così elemento di coesione all’interno dell’organizzazione e nei rapporti che questa ha con il territorio di appartenenza.
Nella seconda Newsletter del progetto raccontiamo a titolo esemplificativo tre di queste storie.
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