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Budget di salute, l’esperienza di Lotta contro l’emarginazione

Sulla base delle esperienze già da anni presenti a livello nazionale, la Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Sesto San Giovanni, insieme al Dsmd della Asst Grande Ospedale Metropolitano “Niguarda”, al Comune di Milano e ad altri partner, ha realizzato a Milano il progetto “aMIcittà: budget di salute e attivazione della comunità”, co-finanziato dal bando Welfare in azione di Fondazione Cariplo.

Le principali cornici all’interno delle quali si è sviluppata la sperimentazione sono state: la costruzione di un sistema di cura integrato, pubblico-privato, in grado di integrare gli aspetti e le risorse sociali con quelle sanitarie; la ricomposizione della frammentazione delle risorse – sanitarie, sociali e della comunità; l’attivazione e sensibilizzazione della comunità, aspetto quest’ultimo imprescindibile per rendere possibile la realizzazione di un “sistema delle opportunità”, cioè di risorse concrete, che si è costituito mano a mano a partire dalle richieste e dai bisogni dei singoli beneficiari.

Sono stati attivati sessantatré progetti, attraverso i quali le persone sono diventate, con il supporto di un case manager, protagoniste del proprio progetto di vita. Siamo infatti convinti, in accordo con Ron Colemam, utente scozzese, che “la guarigione è un viaggio. Un viaggio che non può essere intrapreso da soli né, tantomeno, con qualcuno che preordini il percorso”.

I budget di salute sono progetti territoriali, alternativi – ad esempio – all’inserimento in una comunità residenziale, che costruiscono risposte leggere ma continuative nel tempo, sulla base dagli obiettivi e delle speranze che la persona via via definisce per sé stessa.

Insieme a ogni persona è stata presa in considerazione la dimensione dell’abitare (“Ho un’idea precisa della casa in cui mi piacerebbe vivere. Delle cose che ci devono essere per stare bene e di cosa c’è bisogno. Ma non è semplice riuscirci, mi serve l’aiuto di qualcuno” – Luca, 49 anni); della formazione/lavoro (“Il mio percorso scolastico si è interrotto in terza superiore, ho alcune esperienze lavorative, ma frammentarie. Ora sto molto meglio e voglio provare a mettermi in gioco per rientrare nel mondo del lavoro ed essere una risorsa” – Rosa, 32 anni); dell’inclusione sociale (“La solitudine è come una malattia. Ho voglia di uscire di casa, incontrare persone, frequentare luoghi accoglienti, rendermi utile” – Franca, 51 anni).

Desidero inoltre sottolineare che all’interno delle micro-équipe multi-professionali che hanno realizzato i singoli progetti ha svolto un ruolo particolarmente significativo il coinvolgimento degli Esperti in supporto tra pari (Esp), ovvero persone che hanno vissuto l’esperienza di disagio mentale e che hanno potuto mettere sensibilità, empatia e competenze per supportare chi, a sua volta, stava attraversando il disagio mentale.

Concretamente gli esperti hanno affiancato i beneficiari dei progetti di budget di salute nelle attività di supporto alla vita quotidiana, nei laboratori, nelle attività riabilitative di gruppo, nell’accompagnamento e disbrigo delle pratiche burocratiche, nel tempo libero, ecc. Inoltre, sono stati coinvolti nella sensibilizzazione della comunità. Questa azione, di contrasto ai numerosi pregiudizi che circondano ancora le persone con disagio mentale, è stata particolarmente efficace proprio perché è stata realizzate da persone che nella loro vita hanno affrontato positivamente la malattia.

Davide Motto

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