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Droghe, servono servizi che siano vicini alle persone

Dati preoccupanti nella Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze. In Lombardia i servizi di riduzione del danno rischiano di non essere finanziati per alcuni mesi

Comunicato stampa

Droghe, servono servizi che siano vicini alle persone
La Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze certifica un aumento dell’uso di eroina,
dei ricoveri per eroina e cocaina e dei decessi per droga.
In Lombardia i servizi di riduzione del danno rischiano
di non essere finanziati per alcuni mesi.
Venerdì incontro a Milano

Roma, 11 dicembre 2019 – La Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia conferma un’esigenza ormai imprescindibile: servono servizi capaci di avvicinare e ascoltare le persone prima che l’uso di droghe si trasformi in una condizione di dipendenza grave e in situazioni di grave rischio. Sono gli interventi che gli esperti chiamano “di prossimità”, di riduzione del danno e limitazione dei rischi. Luoghi e operatori capaci di accogliere ragazzi, genitori, persone che hanno un problema con le droghe o, semplicemente, ne fanno un uso non consapevole. Oggi, passano mediamente tra gli 8 e i 10 anni dal primo manifestarsi di un consumo problematico all’arrivo ai servizi. E, nel solo 2018, sono state più di 40mila le persone segnalate alle prefetture per consumo di droghe.

“Per questo il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)“, dichiara Riccardo De Facci, presidente della Federazione, “richiama ancora una volta l’attenzione della politica sulla necessità di ripensare il sistema dei servizi per le dipendenze. La Relazione appena presentata al Parlamento contiene diversi dati allarmanti. Aumentano l’uso di eroina, i ricoveri in ospedale per eroina e cocaina, i decessi per droga (334 nel 2018). Nell’anno passato sono state inserite nelle tabelle degli stupefacenti 49 nuove sostanze e altrettante sono entrate e uscite rapidamente dal mercato. Si corrono più rischi e, a volte, non si sa nemmeno cosa si sta assumendo. Una situazione che richiede un forte sviluppo delle unità di strada e la creazione di centri territoriali che diventino punto di riferimento per giovani, famiglie, scuole, sapendoli accompagnare nelle loro richieste, domande, paure. Oggi le unità di strada e gli altri servizi ‘a bassa soglia’ sono circa un centinaio in Italia, del tutto insufficienti rispetto alla vastità del fenomeno droghe. E sarebbe necessario un piano nazionale di prevenzione nelle scuole, promosso dal ministero della Salute e dal ministero dell’Istruzione, per sensibilizzare i più giovani.”

“Rogoredo ha rappresentato l’esempio virtuoso di un lavoro che ha visto insieme prefettura, amministrazione locale, forze dell’ordine e unità di strada”, continua De Facci. “Una piazza di spaccio che richiamava ogni giorno oltre 1000 persone, tra cui un centinaio di minorenni, vede oggi un afflusso di circa 200 persone. Le altre sono tornate a gravitare sulla propria città, a Cremona, Pavia, Brescia, Bergamo. Apprendiamo perciò con sconcerto che la Regione Lombardia potrebbe non finanziare, nei primi mesi del 2020, i servizi di riduzione del danno attivi in regione. È proprio in questo momento che tali interventi sono più necessari, per agganciare le persone nei loro territori. Chiediamo alla Regione di trovare una soluzione che permetta di non interrompere l’attività di questi servizi.”

Per discutere della Relazione al Parlamento, delle domande che pone alla politica e agli addetti ai lavori e della situazione dei servizi in Lombardia il CNCA organizza a Milano, il 13 dicembre, un incontro con politici e rappresentanti dei servizi pubblici e del terzo settore. Ultima tappa di un ciclo di incontri sui servizi di riduzione del danno che ha toccato Umbria, Sicilia, Basilicata, Veneto, Lazio e Marche.

 

CNCA

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